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venerdì 31 luglio 2015

After Eight : solo per veri duri !

La prima volta che incontrai gli After Eigth ero ancora al liceo e ricordo di averli notati , gironzolando per le corsie del supermercato senza una meta , (cosa che facevo regolarmente mentre mia mamma era bloccata per ore al banco della gastronomia) nella loro scatola verde con la scritta oro e l'immagine di un vecchio orologio che subito richiamò nella mia mente un elegante fumoir old england , necessariamente off limits alle signore. Li misi nel carrello senza nemmeno sapere cosa fossero , andando in fiducia e basandomi solo sul mio sesto senso , perchè qualcosa di così curato all'apparenza doveva necessariamente esserlo anche nel gusto ; solo un persistente profumo di menta che usciva dalla scatola era indizio del misterioso contenuto..e pensare che la menta nemmeno mi piaceva a quell'epoca! Aspettai la sera per aprirla , rigorosamente dopo le otto , immedesimandomi in un vecchio signore , sprofondato nella sua Bergère con un libro in mano e un fumoso sigaro cubano sul bordo del posacenere . Sorpresa.. tanti preziosi cioccolatini quadrati , incartati uno ad uno come bustine da the ; ne presi uno e lo addentai con delicatezza , tanto sottile quanto gustoso , mi sorprese per l'accostamento : un involucro di zigrinato cioccolato fondente che nascondeva uno zuccherino ripieno alla menta.. Fu un colpo di fulmine , una passione travolgente , che però , come tante cose , lasciò in breve tempo il posto ad altro , finchè l'altra settimana , dopo oltre vent'anni si è ripresentata , catturando ancora i miei sensi con il ricordo del suo gusto.  Ancora una volta c'era lo zampino di mio marito , che nelle sue peregrinazioni lavorative si imbatte talvolta in esperienze enogastronomiche invidiabili , che io vorrei riproporre , ma che purtroppo risertono della sua scarsa capacità di descrizione e della mia strenua cocciutaggine nel rivisitare senza conoscere l'originale ricetta . E' vero , ma non mi piace copiare , voglio creare sempre qualcosa di mio , a costo di rischiare un insuccesso . Quindi , quando l'altra sera mi è stato descritto questo bicchierino all' After Eight , mi sono subito lanciata e ne ho creato uno tutto mio , per fare una sorpresa a Gabriele , di ritorno per cena con il suo collega ed amico Ennio .
 Ricetta di Maria : mini cheese cake After Eight al bicchiere
Composizione bicchiere : base di biscotti secchi sbriciolati , crema di formaggio e yogurt al cioccolato fondente , strato finale di gelatina alla menta .
Risultato : alla vista deludente (per usare un eufemismo), all'assaggio appena passabile.
Lo ammetto : ho fallito , è stata un'autentica débâcle , anche se ho cercato di camuffare il tutto con una spolverata di cacao e anche se i bicchieri alla fine sono stati svuotati . Mio marito sogghignava , mentre metteva in evidenza , quasi fosse un giudice di Masterchef , gli innumerevoli errori della ricetta , che ben poco aveva a che fare con l'originale gustata e decantata da lui e sottolineando il fatto che devo farla finita di rivisitare!! Naturalmente gli ho dato ragione , ma ora che è partito , da brava Araba fenice , mi sono messa all'opera e ho creato un altro bicchiere After Eight , tutto diverso dal precedente e nell'assaggiarlo rinasco dalla mie ceneri e penso che ,quando Gabriele tornerà, dovrà ammettere che sua moglie sa affrontare e vincere le sfide , perchè è una che non molla , una vera dura che si può permettere di rivisitare quanto le pare e piace !!

Bicchierino After Eight

Questo dessert è indicato per chi non ama troppo il gusto dolce , oppure può essere servito come pre-dessert .

Ingredienti
per 4 persone
4 bicchierini tipo quelli da grappa
150 gr formaggio spalmabile
45 gr zucchero a velo
3 cucchiaini di sciroppo alla menta
60 gr cioccolato fondente (almeno 70% di cacao)
  • Amalgama 75 gr di formaggio spalmabile con lo zucchero a velo e i due cucchiaini di sciroppo di menta e riponi in frigo.
  • Fai sciogliere a bagnomaria 35 gr di cioccolato fondente e amalgamalo con la restante parte del formaggio e tieni da parte .
  • Disegna con una matita su un foglio di cartaforno 4 cerchi corrispondenti al diametro dei bicchierini che userai come contenitori . Sciogli i restanti 25 gr di cioccolato sempre a bagnomaria e con un cucchiaino fai colare sui cerchietti disegnati e falli raffreddare in frigo.
  • Metti la crema al cioccolato come base sul fondo del bicchiere , prosegui con quella alla menta e chiudi con il cerchietto di cioccolato e un ciuffo di menta . Se hai la sac à poche è più semplice , altrimenti usa dei cucchiaini . Conserva in frigo fino al momento di servire.

martedì 28 luglio 2015

Venere e la sua conchiglia

Sono sempre rimasta affascinata dalla mitologia greca , fin da piccola ho sempre cercato di saperne di più , ma in casa non c'erano molti libri sull'argomento ; grazie al cielo ci ha pensato un gruppo di illuminati giapponesi , che sono venuti in mio soccorso con la serie animata di "Pollon combina guai" , di cui non ho mai perso una puntata . Anni dopo ci ha pensato anche la scuola con qualche lezione di epica sull'Iliade in terza media , ma la mia fame di mitologia mi divorava ancora fin nelle viscere , fino a farmi scegliere di frequentare un liceo classico : tanta cultura greca e latina unita ad ore di matematica ridotte a minimi termini  sono state la formula vincente per farmi capitolare . Nei miei sogni c'erano interminabili lezioni di epica , i miti studiati uno ad uno nei minimi dettagli.. L'incantesimo però si è spezzato quasi subito , nel momento in cui ho scoperto che il piacere non esclude per forza la fatica e io , che fino a quel momento avevo vissuto di rendita , dovevo invece iniziare a studiare . Comunque sia , sebbene la mia carriera scolastica sia terminata più o meno da vent'anni , i miti mi piacciono ancora tanto e la bibbia della mitologia classica "I miti greci " di Robert Graves , occupa un posto di tutto rispetto nella libreria di casa. Gli dei dell'Olimpo sono parecchi e, sebbene immortali , hanno gli stessi vizi degli uomini .
La mia preferita è sempre stata lei : Afrodite , per i latini Venere , la dea dell'amore e della bellezza , che nasce dagli attributi di Urano , gettati dal figlio Crono nel mare , da cui lei emerge in tutto il suo splendore all'interno di una conchiglia . Non so se è per questo che i frutti di mare richiamano nel nostro immaginario quel non so che di afrodisiaco , ma Venere e la conchiglia stanno bene insieme , sia nella tela del Botticelli sia nella mia cucina . Questa ricetta mi è passata letteralmente per la mente in un nanosecondo , come un'illuminazione , e penso che possa essere servita per un romantica cena a due , magari con vista sul mare , aspettando di vedere apparire la dea , oppure , come farò io , per un buffet  per dieci persone in un salotto vista campi , dove , invece della bella Afrodite e della sua conchiglia  che solca i mari, potremo al massimo ammirare l'operoso Lorenzo e il suo trattore alle prese col granturco . Non è che si può avere tutto dalla vita...

Venere nella conchiglia

Ingredienti per 10/12 conchiglie*
10/12 mezzi gusci di capesante vuoti
180 gr  di riso Venere
200 gr di zucchine tagliate a pezzettini
20 pomodorini Pachino
1/2 scalogno
8 capesante (solo il frutto , io ho usato quelle surgelate)
2 cucchiai di pangrattato
14 steli di erba cipollina
sale e pepe q.b
olio evo
  • Cuoci il riso in abbondante acqua salata (in genere bastano 18 min) , scolalo e tienilo da parte.
  • Lava i pomodorini , scottali per dieci secondi in acqua bollente , poi togli la pelle e i semini . In una padella rosola il mezzo scalogno tritato con un cucchiaio di olio extravergine di oliva . Aggiungi i pomodorini , fai cuocere per cinque min , regola di sale e di pepe . Spegni , frulla il tutto e tieni da parte .
  • Rosola le zucchine con un filo d'olio in una larga padella , facendole saltare per 5/7 min , sala e pepa e aggiungi il riso . Fai insaporire per due min , spegni e tieni a parte .
  • Stacca i coralli dalle capesante e frullali in un mixer con il pangrattato e due steli di erba cipollina . Taglia ogni capasanta in quattro fettine e falle saltare in una padella per un paio di minuti con il trito di coralli . Regola di sale .
  • Assembla le conchiglie , mettendo su ognuna un cucchiaio di salsa di pomodorini come base , un cucchiaio di riso e zucchine e infine le fettine di capasanta con le briciole di corallo . Guarnisci con uno stelo di erba cipollina .
*Se non vuoi servire nelle conchiglie , puoi mescolare tutti gli ingredienti in una ciotola e presentarla come un'insalata : la dose è per 4/5 piatti.

sabato 25 luglio 2015

La nonna di Roma

Narra la leggenda che Dardano , prode guerriero etrusco , viaggiò fino alle coste dell'Illiria , l'attuale Turchia , in cui i suoi discendenti fondarono la città di Troia , da cui , dopo la famosa guerra , scappò  Enea , mitico fondatore di Roma . Siccome Dardano era originario di Cortona , il filo anagrafico è presto fatto : Cortona è la nonna della città di Roma , si trova in Toscana , in provincia di Arezzo , dove domina le colline della Valdichiana con un'impareggiabile vista che spazia dal monte Amiata al lago Trasimeno . A Cortona ci sono letteralmente capitata insieme a Gabriele nel 2010 e ci siamo ritornati giusto un anno fa , ospiti in un meraviglioso relais nella campagna che circonda le mura cittadine e mi sembra incredibile come in una città a prima vista così piccola ci possa essere una tal concentrazione di storia , arte e poesia . La storia di Cortona inizia almeno 750 anni prima della nascita di Cristo , con la civiltà etrusca e continua con l'impero romano , per poi diventare un importante centro medievale . Nel rinascimento vive un'epoca d'oro grazie all'amicizia di un nobile cortonese con Giovanni de' Medici , figlio di Lorenzo il magnifico , diventato papa con il nome di Leone X . Chiese , musei , un teatro e diverse manifestazioni culturali rinomate in tutta Europa , fanno di questa meravigliosa città un posto unico , che mi ha catturata e mi ha presa letteralmente per la gola con un patrimonio agroalimentare che comprende olio , vino , formaggi , salumi , tartufi e non da ultimo la mitica Chianina . I ristoranti , le norcinerie e le enoteche costellano le vie del centro e ti attirano con i loro profumi e colori a fare piazza pulita di tutto quello che vedi e assaggi . Di ristoranti ne abbiamo provati quattro , diversi fra loro come proposte : da quello segnalato sulle guide gastronomiche con menù degustazione Michelin alla trattoria più alla buona , non siamo mai rimasti delusi dal gusto e dalla qualità di cibi e vini . Mi sento di consigliartene un paio , nell'attesa ovviamente di scoprirne degli altri , ma sarà fra qualche tempo...
Tagliolini al tartufo della Bucaccia
Il primo è "La Bucaccia" di cui ricordo ancora i meravigliosi tagliolini freschi al tartufo e la tartare di Chianina , per finire con dei profumatissimi cantucci sfornati al momento e accompagnati da un Vin santo riserva che avrebbe fatto resuscitare anche i morti. L'altro locale è una fiaschetteria , "La Fett'unta" , piccola , rustica e accogliente che mi ha sfamata in un caldo mezzogiorno con una fresca e sana insalata di farro . Per i vini non c'è che l'imbarazzo della scelta , noi siamo per i rossi di struttura e ci siamo deliziati con Syrah , Rosso di Cortona e Chianti classico . Chiamali stupidi questi Etruschi!
Entrata della Fett'unta



Insalata di farro

Questa è una rivisitazione , a modo mio , di una gustosissima e sana insalata provata a Cortona giusto un anno fa .

Ingredienti
per 4 persone

180 farro
3 zucchine piccole
1/2 peperone giallo
50 gr di pancetta affumicata
10 pomodorini Pachino
2 rametti di origano fresco
olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b
  • Cuoci il farro in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione (per me ci sono voluti 10 min) , scola e tienilo da parte.
  • Scotta i pomodorino per 10 secondi in acqua bollente , scolali , tagliali in quattro e togli pelle e semi .
  • Taglia il peperone a dadini (se come me non digerisci la pelle , cuocilo al forno per 30 min a 180° , spegni e fai riposare 10 min , la pelle si staccherà facilmente)
  • Taglia le zucchine a cubetti , scotenna la pancetta e tagliala a pezzettini e falla rosolare in una larga padella . Aggiungi le zucchine e fai cuocere a fiamma bassa per cinque min , unisci peperoni e pomodorini e continua la cottura per altri cinque min , regola di sale e pepe .
  • Spegni la fiamma e unisci l'origano lavato e il farro , completa con l'olio extravergine di oliva . Copri la pentola e fai riposare . E' meglio servire l'insalata fredda , si conserva bene in frigo per alcuni giorni.


mercoledì 22 luglio 2015

La bellezza del mostro

Le principesse negli anni sono cambiate , sono meno passive , più intraprendenti , quasi che il principe azzurro passi in secondo piano , come fosse un dettaglio . Sembrano passati anni luce dalla prima , che è stata Biancaneve, alle ultime Anna ed Elsa , passando per Aurora , Cenerentola , Ariel , Belle e via via tutte le altre ; il carattere si è modificato , ma una cosa è rimasta , costante e immutabile : sono tutte sempre bellissime !
Bionde o more , sempre fattezze esili e slanciate , pelle d'ebano o d'alabastro , non hanno un difetto , almeno nel fisico ; per creare Pocahontas , per esempio , hanno preso come riferimento le movenze della bellissima Naomi Campell . Non parliamo poi del carattere , perchè anche se qualcuna all'inizio fa la figura della pasticciona , della maldestra , dell'insicura , alla fine tira fuori un coraggio da leone e riesce a salvare la situazione , diventando un'eroina memorabile . Insomma il bello fuori lo è anche dentro nel caso delle principesse e il negativo viene sempre riservato agli antagonisti : le sorellastre brutte  e sgraziate , la regina cattiva  maliarda e seducente e la strega dei mari simile a una grassa piovra . Anche se hanno tentato di dare una limata di realismo a quest'aura di perfezione , le cose non sono cambiate di molto . Anche la figura di lui , sebbene variata sotto l'aspetto del protagonismo , rimane sempre quella del bel giovane attraente , che forma con la sua principessa una coppia di super belli , felici e contenti e senza l'ombra di una crisi economica . Insomma tutto a loro , ma nella realtà non è così : i rospi spesso rimangono tali e Cenerentola , con il passare del tempo e l'avvento di rughe e cellulite , diventa una matrigna cattiva , invidiosa della sua giovane nuora . Come spiegare ad un bambino che cos'è la vera bellezza e come riconoscerla e  farla propia , senza renderlo dipendente da quegli stereotipi che hanno imbrigliato anche me per tanto tempo ? Sicuramente non è cosa cosa facile , pensandoci bene , però, le fiabe possono dare una visione più relistica della vita , a questo proposito mi viene in mente lei , l'anti-diva dell'animazione per eccellenza : la principessa Fiona , che sogna di rimanere per sempre una brutta orchessa per stare con il suo Shrek , anche quando lui rifiuta la corona di re per tornare alla sua palude e condurre la vita di sempre , sentendosi non adatto ad un ruolo di potere .
Essere felici è quello che conta e stare con chi ti rende felice è un dovere verso sè stessi . Io in questo mi ritengo davvero fortunata e spero di saperlo insegnare al mio piccolo Francesco , che sicuramente arriverà a conoscere sia l'orco Shrek sia la bestia che ritorna principe . Questo in teoria , ma al lato pratico chi o cosa mi può venire in aiuto? Senz'altro la cucina , dove sarà sicuramente più semplice spiegare che il brutto in apparenza può racchiudere una sostanza dal gusto meraviglioso che alla fine è quello che conta e contagia il resto. La pasta coi mostri si presta a questo gioco : mi sono sempre piaciuti i crostacei e li considero una meraviglia della natura , ma per Gabriele sono " I mostri" . "Non vedi quanto sono brutti ? " mi dice , quando compriamo i gamberi , ma io continuo a vederli bellissimi , forse propio in virtù della loro bontà . E allora viva i mostri buoni che sotto la dura corazza nascondono una polpa tenera e gustosa e in bocca al lupo a tutti quelli che come noi si apprestano ad indossare panni che non si toglieranno mai più : quelli di genitori !

Spaghetti ai mostri

Ingredienti
per due persone
150 gr di spaghetti
6 gamberi di pezzatura media o grande
15 pomodorini pachino
1 spicchio d'aglio
olio d'oliva
sale e pepe q.b
peperoncino q.b
basilico fresco tritato
  • Metti sul fuoco una pentola d'acqua. Nel frattempo pulisci i gamberi, togliendo il carapace dalla coda e il budello dal dorso . Stacca le teste , tranne a due gamberi che serviranno da decorazione , e taglia le code a tocchetti. Lava i pomodorini e tagliali in quattro.
  • Quando l'acqua è in ebollizione , sala e butta la pasta .
  • In una larga padella fai soffriggere lo spicchio d'aglio con tre cucchiai di olio d'oliva , butta i pomodorini , regola di sale e pepe e aggiungi il peperoncino. Abbassa la fiamma e spremi le quattro teste di gamberi nel sugo , se dovesse seccarsi troppo aggiungi acqua di cottura della pasta . Un minuto prima di scolare gli spaghetti , aggiungi le code tagliate a pezzetti e i due gamberi interi al sugo .
  • Scola la pasta e fai saltare con il sugo , aggiungendo il basilico tritato . Se serve, dopo aver impiattato , rifinisci con un filo di olio extravergine di oliva .

 


sabato 18 luglio 2015

Il miglior risotto della tua vita..

Oggi è stata un'altra giornata di intensa calura in cui ho fatto fatica a mettere il naso fuori di casa : non so come mai , ma senza il mio amico Daikin appeso al muro , mi sento un po' persa , quasi mancare.. Per cena avevo promesso a Gabriele un risotto , visto che non lo facevo da tempo , ne sentivo la mancanza e allora ho iniziato a metà pomeriggio con la preparazione di un brodo vegetale , abbastanza leggero per un semplice risotto allo zafferano . Al mio rientro , dopo una breve sortita a casa di mamma , ho vestito i panni di topo di biblioteca e mi sono immersa nell'atmosfera medievale de "I pilastri della terra " di Ken Follet , ed ero così assorta che non ho dato peso alla figura che ogni dieci minuti circa si affacciava alla porta della camera per constatare se c'erano ancora segni di vita.. Il tempo passava e sentendo armeggiare in cucina mi ripetevo che ogni pagina sarebbe stata l'ultima , finchè la figura vestita di scuro si è rifatta viva e stavolta si è rivolta a me , dicendo : " Amore , come si fa il risotto ?" . A quel punto ho capito che Kingsbridge e la sua cattedrale potevano aspettare , ma un marito affamato no ! La tavola già apparecchiata e la lavastoviglie scaricata mi hanno fatto capire che la situazione era al limite : il brodo era in pieno bollore , allora prendo tagliere e coltello e un piccolo scalogno da ridurre in mille pezzettini , ma con  mio grande stupore la figura affamata mi osserva incuriosita , scalpitante , non si vuole allontanare  : " Cosa posso fare? " mi dice in tono molto candido , innocente . Penso allora che sia arrivato il momento di aprire per la prima volta lo scrigno dei segreti sul risotto e di prepararlo a quattro mani e mi sento gratificata nella parte di insegnante , perchè lui , da bravo , ascolta tutti i miei consigli e mi osserva , chiedendo il perchè di certi gesti e l'utilizzo di ingredienti per lui insoliti . Tutto ad un tratto però la situazione mi sfugge di mano e si capovolge : lo scolaretto diligente si trasforma in un piccolo ammutinatore e dalla tostatura del riso in poi si permette obiezioni ai miei ordini , anzi ne da lui stesso , dicendomi che mi avrebbe fatto gustare il miglior risotto della mia vita . Come in una lezione di scuola guida gli faccio credere di poter fare da solo , anche se poi i pedali li muovo io e rimango comunque irremovibile su alcuni capisaldi della preparazione come il pezzetto di burro nella mantecatura finale . Insomma che il riso era buono e lui era davvero orgoglioso del risultato , mentre assaggiava , mettendo in evidenza le piccole differenze fra la mia e la sua preparazione e mentre io esaltavo l'importanza del brodo come anima del risotto , lui ribatteva con la ferrea volontà di imparare a fare anche quello . Devo dire che la sua voglia di cucinare mi piace ed è da prendere al volo , perchè potrebbe non ripresentarsi per un lungo periodo , ma questa sera c'è stata e c'è stato anche il nostro piccolo chef , che dalla mia pancia ha sentito tutto e sono sicura che avrà apprezzato il risotto fatto da mamma e papà anche per lui ..

Risotto allo zafferano

Ingredienti
per due persone affamate
Per il brodo
2,5 litri di acqua
2 carote
2 gambi di sedano
1 cipolla o scalogno
4 grani di pepe
3 prese di sale grosso
Per il riso
220 gr di riso Carnaroli
20 gr di burro + una noce per la mantecatura
uno scalogno
un pizzico di noce moscata
50 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
2 bustine di zafferano il polvere
sale q.b

  • Taglia le verdure a pezzetti in una pentola , copri con acqua , sala , pepa e porta a bollore , chiudendo con un coperchio . Abbassa la fiamma e cuoci per un'ora e mezza .
  • Una volta pronto il brodo tienilo sul fuoco a fiamma molto bassa . Intanto sciogli in un'altra pentola i 20 gr di burro e fai imbiondire per un paio di minuti uno scalogno tagliato finemente . Fai tostare il riso (circa 5 min ) sempre mescolando e allungalo con un mestolo di brodo e aggiungi un pizzizo di noce moscata . Procedi con la cottura aggiugendo il brodo solo quando il mestolo precedente è stato assorbito . Circa  a metà cottura aggiungi le due bustine di zafferano , sciolte in una ciotolina con un mestolo di brodo .
  • Il Carnaroli in genere cuoce in 18 min , ma assaggia sempre prima : il chicco deve risultare sempre un po' croccante all'interno .
  • Una volta cotto allontana la pentola dal fuoco e fai mantecare con la noce di burro e il Parmigiano grattugiato. Se serve regola di sale .
P.S Il brodo rimasto e le verdure si conservano in frigo un paio di giorni e sono l'ideale
       per un passato di verdure.

 

venerdì 17 luglio 2015

La grigliata dei Leoni

Questa settimana Gabriele è tornato a casa da Aosta e la prima cosa che mi ha detto è stata : "Voglio fare una grigliata !". Ovviamente non è quello che una moglie pensa di sentirsi dire dal marito appena rientrato dopo una trasferta lavorativa , ma l'idea è piaciuta anche a me , soprattutto perchè l'intenzione era quella di organizzare una serata con tutti i nostri vicini . Noi abitiamo in un condominio di sei appartamenti , ci si conosce tutti e grazie al cielo abbiamo la fortuna di andare d'accordo .
La proposta è partita l'indomani e , grazie anche ad una locandina creata appositamente da Gabriele e appesa al cancello , ha scatenato  un inaspettato entusiasmo , tanto che l'altra sera  sotto il gazebo , nonostante i 38°, eravamo in dieci .
Il menù è stato molto semplice e comprendeva salamelle e spiedini , accompagnati da zucchine e melanzane grigliate , colte direttamente nell'orto dei miei , a cui si sono aggiunti peperoni fritti con patate , preparati dalle sapienti e mediterranee mani di Rosy . Una scamorza affumicata e cotta sulle ultime braci ha concluso la prima parte della cena e fra una chiacchera e l'altra si era già fatto buio e una tanto attesa  frescura ha aperto la fase dei dolci . Nel pomeriggio avevo svuotato una baby anguria e ricavato circa un litro di succo con cui ho preparato un rinfrescante sorbetto , servito dentro le due metà del frutto .Un delizioso cannolo siciliano con ricotta e gocce di cioccolato ha concluso il tutto in modo davvero goloso . Ci siamo salutati che era già l'una di notte , ma nessuno se ne voleva davvero andare , nonostante gli impegni del giorno dopo e malgrado fossimo diventati manna dal cielo per le zanzare . E' stata la prima edizione della nostra grigliata , chiamata dei Leoni , che è appunto il nome dato al nostro piccolo condominio . Il cibo ancora una volta unisce , appiana le piccole divergenze e consolida le affinità , tanto che oggi già si parlava di fare una serata pizza per il mese prossimo . A volte basta davvero poco per andare tutti d'accordo !

martedì 14 luglio 2015

Ode al cacio

Capita che i gusti cambino nell'arco della vita e in ambito culinario spesso maturano , si evolvono verso strade che nemmeno ci si era immaginato di poter percorrere . I sapori dell'infanzia rimangono speciali , perchè ci riportano quasi sempre ad un periodo felice della nostra esistenza e che si tende a volte ad idealizzare , in quanto si sa che non potrà mai più tornare.  La vita continua , si suol dire , e per il palato può diventare un'avventura ricca di novità giorno dopo giorno , a patto di liberarsi degli stereotipi e di ritrovare quella curiosità e quell'ansia di vivere tanto cara ai bambini . Cambiare si può e anche si deve ad un certo punto : cambiare non vuol necessariamente dire che prima stavi sbagliando , ma semplicemente che stai prendendo coscienza di quello che ti sta intorno , a 360° . Per quello che riguarda me , per cambiare e poter guardare verso nuovi orizzonti , ho dovuto togliermi la puzza da sotto il naso sotto tanti aspetti e , come spesso succede , il gusto è metafora di vita . Già , perchè da bambina avevo una repulsione verso qualsiasi tipo di formaggio che non fosse quello che mi scioglievano nella minestrina e mi tappavo il naso ogni volta che la scatola dei formaggi lasciava il frigo e arrivava sulla tavola : mio papà era solito chiudere così le sue cene e io non capivo come potesse sopportare l'odore di tutti quei formaggi che con placida soddisfazione mandava giù , quasi fosse l'ultimo boccone della vita.
Allora come può una come me , anche solo pensare di mettere nero su bianco qualcosa di positivo , un'ode addirittura , verso il cacio ? Semplice , sono cambiata e ho visto le cose da un'altra prospettiva e all'inizio non è nemmeno stato merito mio . Infatti il mio amore verso il formaggio è iniziato a Sant'Ilario di Baganza , un paesino vicino a Felino (quello del salame) in provincia di Parma , dove i miei genitori avevano rilevato un'azienda agricola : un centinaio di mucche, una stalla avveniristica , il sapore e il calore del latte appena munto , che ogni giorno veniva raccolto e utilizzato per la produzione del Parmigiano Reggiano . Anche ora , a distanza di quasi trent'anni , ogni volta che ne mangio un pezzetto e ne riconosco quella nota pungente , quasi piccante che lo caratterizza , il mio pensiero torna a quelle poche (purtroppo) estati passate a vedere le mucche tutte in fila , che aspettano ordinate di farsi mungere e l'odore dello stallatico che avvolgeva tutto in maniera così materna .
Il mio cammino è proseguito con le caciotte umbre , durante le vacanze dell'adolescenza , è continuato, durante i miei primi anni lavorativi, a contatto con la Puglia e le mozzarelle di San Severo e il Caciocavallo. Poi in questi ultimi cinque anni ho avuto la fortuna di calcare gli itinerari della Chiantigiana e della Val d'Orcia e ho scoperto il pecorino toscano da quello fresco a quello più stagionato e mi si è aperto ancora un altro mondo di sapori e colori e profumi . L'estate scorsa ho visitato per la prima volta Pienza , la città perfetta del medioevo , ci siamo fermati a pranzare io e mio marito e davvero basta un attimo per capire che sei propio nella "città del cacio" , dove perfino l'aria ha un profumo diverso , che ti ricorda il pecorino . Il mio crostone ce l'ho ancora in mente : una grossa fetta di pane toscano spessa un centimetro, con cacio di Pienza sciolto in forno e tartufo nero , che mi sono letteralmente sbaffata alla faccia del mio giro vita e che si è aggiudicato senza ombra di dubbio un posto d'onore nella mia personalissima top ten del gusto .
Per il momento mi devo fermare qui nella mia ode al cacio , in attesa di percorrere nuove strade o di ritrovare sapori che ben conosco e che amo ; voglio terminare con una ricetta semplice della tradizione toscana, che si basa su pochi ingredienti e che si adatta bene a qualsiasi cucina : da quella del single a quella della famiglia numerosa , perchè il cacio è democratico , non ha mica la puzza sotto il naso , lui !

Pici cacio e pepe

Ingredienti
per una persona

Per i pici (puoi usare anche quelli già pronti)
80 gr di semola di grano duro rimacinanata
30 ml acqua
1 pizzico di sale

Per la salsa
25 gr di pecorino toscano stagionato grattugiato
pepe a piacere (per me è una quantità generosa) da macinare al momento

  • Metti la semola e il sale in una ciotola e comincia pian piano ad aggiugere acqua e ad impastare . La dose dell'acqua varia a seconda dell'umidità dell'ambiente in cui ti trovi , quindi potresti aver bisogno di aggiugerne ancora un pochino . Impasta fino ad ottenere un apallina liscia ed omogenea , avvolgila nelle pellicola e falla riposare in frigo un'oretta.
  • Stendi la pasta in un disco di 1/2 cm di spessore , taglialo a metà e poi in tanti bastoncini di 10 cm x 1 cm . Prendi un bastoncino , arrotolalo sotto il palmo delle mani e allungalo fino ad ottenere un filoncino lungo 40 cm . Prosegui così con tutti gli altri bastoncini.
  • Cuoci i pici in acqua bollente salata per 4 min. oppure , se li hai comprati, segui i tempi di cottura indicati sulla confezione.
  • Nel frattempo macina il pepe a seconda dei tuoi gusti in una ciotola e aggiungi il pecorino grattuggiato , allunga con qualche cucchiaio di acqua di cottura dei pici , per ottenere una cremina . Scola i pici e mescola il tutto nella ciotola e impiatta .

venerdì 10 luglio 2015

Invidia e bellezza

"Chiunque possegga qualcosa di speciale e raro , verrà sempre invidiato da qualcuno . Purtroppo è la natura delle cose. " Questa frase è tratta da "The legend of Zelda :Skyward Sword" , videogioco giapponese del 2011 .
Non sono un' appassionata di questo genere di cose , ma la frase è quella che fra tante rispecchia meglio quello che penso sull'invidia , e cioè che  non sopporta nessuna forma di bellezza .
Nessuno ovviamente ammette di essere un invidioso , ma quando si incontra la bellezza così affascinante , seducente e anti democratica come solo lei sa essere devi scegliere : o la ami e la persegui per la vita o fai di tutto per distruggerla . Penso che a Bruxelles , nella commissione europea , ci sia una gran concentrazione di chi ha optato per la seconda scelta , ovvero  mediocrità per tutti ! Guai all'Italia , fulmini e saette contro tutti i suoi allevatori e artigiani del gusto che da generazioni ne tengono alta la qualità , facendone un paradiso per i palati di tutto il mondo! Guai a coloro che si permettono ancora di produrre formaggio con latte che non sia in polvere !
 Giù le mani dai formaggi italiani  e da tutte le nostre eccellenze enogastronomiche ! Io sto dalla parte della bellezza e non comprerò mai un formaggio fatto con latte in polvere !
 E' il periodo delle vacanze e in qualsiasi posto ti trovi , ci sarà per forza un formaggio tipico della zona : assaggialo , gustalo e godi della bellezza di quel prodotto ! Penso che questo sia il miglior modo che ci sia  per dire il propio NO alla mediocrità! Io quest'anno resterò a casa , ma non mi farò mancare la qualità e stasera mi vizierò con una bella mozzarella di bufala campana DOP . Buon formaggio con latte vero a tutti!

Pizzette di melanzane con bufala

Ingredienti
per 4 persone

1 grossa melanzana
1 mozzarella di bufala campana da 150/200 gr circa
12 pomodorini pachino
12 filetti d'acciuga sott'olio
basilico e origano freschi
  • Taglia la mozzarella in 12 fette e lasciala sgocciolare.
  • Accendi il forno a 180°.
  • Scotta i pomodorini per qualche secondo in acqua bollente , poi spellali , tagliali in quattro e togli i semini.
  • Lava la melanzana e taglia 12 fette spesse circa 1/2 cm , grigliale in una padella antiaderente . Mettile su una teglia rivestita di cartaforno e ungile con un filo d'olio extravergine di oliva.
  • Lava origano e basilico e asciugali con carta da cucina.
  • Completa ogni fetta di melanzana con la mozzarella , i pomodorini e il filetto d'acciuga . Inforna per 10 min circa, finchè la mozzarella non si è sciolta .
  • Togli dal forno e guarnisci con basilico e origano. Sono da servire tiepide , ottime anche il giorno dopo.



mercoledì 8 luglio 2015

Grazie dei fior..

Sembra facile e quasi scontato regalare dei fiori ad una donna , ma se lei ti ha invitato a cena a casa sua per la prima volta , cena romantica , solo voi due , allora la scelta del fiore può rivelarsi molto insidiosa . Sicuramente da uomo quale sei, cioè soggetto dal pensiero lineare , pragmatico , risolutore dei problemi in un batter d'occhio e tecnologicizzato quanto basta , decidi di documentarti . Cerchi nel web , sicuro di risolvere la questione nel giro di cinque minuti , ma ti accorgi che non è così : il galateo è un ginepraio di divieti e norme che si contraddicono a vicenda , per non parlare del linguaggio dei fiori : tanti siti per altrettante versioni della cosa . Insomma , pianta o fiore reciso? Rosa o tulipano? Spendere poco o tanto? Ma , soprattutto , faccio bene a regalarle dei fiori?
Allora che fare ? Quello che fanno tutti : lasciano fare al fiorista o al fioraio di turno , sicuri del consiglio di un professionista . Quindi ti dirigi verso casa di lei con il tuo mazzo di fiori ben confezionato e pensi che tutto filerà liscio , ma... Hai sottovalutato il fattore più importante , cioè quell'imprevedibile mina vagante che è il pensiero femminile :una miriade di neuroni che in ogni istante , dì e notte, vanno e vengono , sempre di fretta come la stazione della metropolitana di piazza Duomo a Milano nell'ora di punta . Sei nervoso , ma ormai non puoi più scappare , il dado è tratto e lei ti apre la porta e.. Non tutto è perduto ! Sfrutta l'occasione per capire chi hai difronte , perchè se l'uomo è un diesel , cioè si scopre alla lunga , la donna è un po' un benzina e quindi , fin da ora puoi capire cosa ti aspetterà se deciderai di andare oltre la cena :
  • la melliflua : ti dirà che sono i fiori più belli che lei abbia mai visto , guardandoti coi suoi occhi da cerbiatta .. Sei pronto ad un'appiccicaticcia relazione tutta smack e cuoricini ?
  • la precisa : sa tutto , ma propio tutto sul galateo , tanto che alcune regole le ha scritte lei e quindi qualcosa hai già sbagliato anche se non lo sai . Lei ti sorride mostrando la sua candida dentatura equina , ma gli occhi ti lanciano dardi infuocati che farebbero impallidire persino il pelìde Achille . Sicuro di voler essere sempre l'elemento sbagliato della coppia ?
  • l'ecologista : guarda il mazzo di fiori con sguardo fra l'affranto e l'indignato , perchè in fondo , a suo parere , le stai porgendo dei cadaveri . Sei fortunato , perchè in questo caso decide lei , sbattendoti la porta in faccia !
  • la fashion : i tuoi fiori non si adattano per niente all'arredamento e a pensarci bene nemmeno tu.. Vuoi davvero darle un'altra chance per umiliarti ?
  • la cinquanta sfumature : ti accoglie con uno sguardo intrigante che passa da te ai fiori .. Se hanno le spine sei fregato !
Potrei continuare all'infinito , perchè noi donne abbiamo mille sfaccettatture e ognuna di noi è un mondo tutto da scoprire con i suoi alti e bassi , ma c'è qualcosa che ci accomuna e che può aiutare te , uomo, a capirci meglio : vogliamo qualcuno che ci faccia ridere e che ci sorprenda .
Quindi sii audace e prova con questi ( visto che sono di stagione ) : i fiori di zucchina , magari in un bel cestino e con allegata la ricetta che trovi qui sotto . Se lei si fa una bella risata , siete partiti col piede giusto , se invece non dovesse gradire , ricordati che tutto sommato il rapporto donna/uomo si attesta circa su 7 a 1: ti deve per forza andar male anche con le altre sei ?

 

Fiori alle erbe aromatiche

Ingredienti
per 2 persone
 
10 fiori di zucchina
2 albumi
10/12 cucchiai di pangrattato
un mazzetto di erbe aromatiche fresche ( io ho usato basilico e origano )
sale q.b
olio di semi di arachide per friggere
  •  lava e pulisci i fiori togliendo i gambi , i filamenti alla base del calice e il pistillo all'interno , cercando di non romperli .
  • Prendi due ciotole e metti in una gli albumi e nell'altra il pangrattato con le erbe aromatiche tritate al coltello.
  • Passa i fiori prima nell'albume e poi nel pangrattato.
  • Scalda in una larga padella due dita d'olio circa e fallo scaldare . Preleva una briciola di panatura dei fiori per vedere se è alla giusta temperatura : la briciola deve friggere e venire a galla subito .
  • Friggi i fiori per circa 2/3 min per lato e scolali su carta assorbente , sala e servi subito.
  •  
 
 
 


domenica 5 luglio 2015

Il caldo e l'algebra

Oggi la sveglia è suonata alle 6.35 , ma io avevo già gli occhi aperti da almeno mezz'ora , credo . E' vero che da un paio di mesi sono diventata più mattiniera del solito , ma come orario per una domenica mattina non è propio canonico in questa casa . Dunque qual'è la motivazione di cotanta gaiezza mattutina ? Semplice : Gabriele è partito molto presto per quel di Aosta dove sta lavorando e io pensavo , alzandomi insieme a lui , di godere di quella frescura mattutina tanto piacevole in questo inizio d'estate .. "Piccola  ingenua sognatrice!"  sembrava volermi dire il termostato in sala , che già alle sette del mattino , dall'alto dei suoi 29° , mi guardava altezzoso dall'alto in basso , preannunciandomi un'intensa giornata di passione tropico-equatoriale .
Io comunque non volendo demordere nei propositi di passare invece una serena e fresca domenica , ho aperto tutte le finestre e la casa viene così  investita da una dolce brezza che per qualche istante mi dà l'illusione che la bolla di caldo africano in cui è incappata mezza europa sia solo un vago ricordo di quei film apocalittici che tanto piacciono a mio marito . Alle ore 7.30 mi convinco  che la calura non mi darà tregua nemmeno oggi e allora penso ad escogitare un rimedio per soffrire il meno possibile e qualcosa mi viene in mente :
  • metodo Rocky Balboa : non fa caldo , non fa caldo , non fa caldo !
  • metodo Stanislavskij : fingo di essere una donna preistorica che vive in una fredda e umida caverna durante l'era glaciale .
  • metodo del 2015 : accendo il condizionatore e mi preparo un sorbetto !
Ho testato i tre rimedi , devo dire tutti altrettanto validi , ma propio per un'inezia ha vinto l'ultimo ! E' stata dura però , perchè dopo aver climatizzato l'ambiente sono stata assalita da un dubbio amletico : quali saranno le proporzioni perfette , la regola aurea che combina fra loro gli ingredienti di un sorbetto? No , non mi bastava mettere frutta , zucchero e acqua nella gelatiera , dovevo saperne di più , dovevo avere una risposta dalla scienza ! Allora mi sono messa d'impegno , scandagliando ogni angolo web più nascosto e alla fine la trovo : la formula per un sorbetto perfetto a seconda del tipo di frutta ! Tutta entusiasta salto sulla sedia e  prendo subito nota , ma... Non ci credo : è una formula algebrica.. No , non è possibile , come faccio ora ? Non ci ho mai capito nulla di algebra , matematica e affini ; in fondo ho sempre gravitato nell'orbita del 4 come media , anche se nell'ultimo anno di liceo sono riuscita ad ottenere un onorevole 5 ! In fondo sono una frivola umanista io , mica un nobel della matematica !
 Comunque decido di tentare lo stesso e vado con le proporzioni che penso di aver compreso . Grazie al cielo noi che preferivamo studiare le materie inutili per la vita abbiamo comunque un grande alleato , molto democratico e alla portata di tutti , che ci fornisce regole sempre esatte per soddisfare il nostro palato : l'assaggio , che subito mi fa notare che sono ancora ferma al mio  4 , ma che nulla è perduto ! Così ho provato e riprovato finchè sono riuscita a prepararmi un sorbetto all'anguria come piace a me ! Ti consiglio di provarlo , soprattutto quando compri un' anguria non male , ma non eccezionale , questa ricetta ti può sicuramente aiutare ..e rinfrescare anche se come me non sei mai stato un'aquila in algebra !

Sorbetto all'anguria

Ingredienti
per due persone

200 gr di anguria senza buccia e semi
70 gr di zucchero semolato
30 gr di acqua
1 cucchiaino di succo di limone (facoltativo)

  • Mescola l'acqua , lo zucchero e il succo di limone in un pentolino e fallo bollire per circa 5 min in modo che lo zucchero si sciolga nell'acqua . Spegni e lascia intiepidire .
  • Frulla l'anguria  ( ne otterrai circa 200 ml ) e aggiungila allo sciroppo di zucchero che hai preparato prima . Una volta raffreddato metti nella gelatiera e segui le istruzioni della tua macchina .
  • Se non hai la gelatiera , metti il composto nelle vaschette del ghiaccio , fai solidificare e frulla con un mixer appena prima di servire .

giovedì 2 luglio 2015

Chi dice Palio dice Siena

Oggi è il 2 luglio ed è per me una data speciale , che segno all'inizio di ogni anno sul nuovo calendario insieme  a quella del 16 agosto : si corre oggi il Palio di Siena .


Siena , Palazzo Pubblico
Benchè io non sia senese di nascita e nemmeno possa vantare una qualsivoglia parentela con la città , mi sento legata a questa perla della Toscana , che tutto il mondo ci invidia . Ci sono stata appena un paio di volte , ma ho iniziato ad amarla già prima di poter respirare la sua aria che profuma di arte , di storia ,di devozione e di rivalità centenarie . "Il Palio si corre tutto l'anno" recita un altro proverbio che la dice lunga sul rapporto osmotico che c'è fra Siena e la sua corsa : infatti la città si prepara all'evento tutto l'anno e non è una semplice rievocazione storica , perchè il Palio o lo vinci o lo perdi , non lo corri per partecipare , ma solo per vincere . Quindi nulla di più lontano dallo spirito olimpico di de Coubertin , niente fair play , niente terzo tempo rugbistico , niente politically correct !
Solo loro , le contrada con i loro cavalli ( che contano sempre molto di più dei fantini ): alleanze più o meno nascoste e strategie insieme a potenti colpi di nerbo per un solo obiettivo : quel pezzo di stoffa , detto appunto palio o cencio che raffigura la loro protettrice : la Madonna . Non sono state scelte a caso infatti le date del 2 luglio e del 16 agosto : quest'ultima è nota più o meno a tutti  , perchè chiude di fatto le feste dedicate all'Assunta (i più profani dicono Ferragosto) , la prima invece , che è quella di oggi , è in onore della Madonna di Provenzano .  Il nome viene appunto dalla collegiata di santa Maria in Provenzano (che si trova nella contrada della Giraffa)  che nel 1600 era sede di un quartiere popoloso e malfamato in cui abitava la milizia spagnola col suo seguito . La storia narra che uno di questi soldati tentò di sparare al quadro della Madonna , ma il suo archibugio gli scoppiò tra le mani e lui morì . Tante grazie e tanti miracoli si susseguirono e la devozione popolare fu talmente grande che il primo Palio corso in piazza del Campo si decise che fosse dedicato propio a Lei nel giorno in cui ne ricorreva la festa : il 2 luglio . Quindi oggi alle 18.45 sarò pronta a godermi il primo Palio dell'anno : correranno dieci delle diciassette contrade fra cui è divisa la città . Il bello è che sai quando inizia  , ma non quando finisce , perchè il via lo decide il fantino del cavallo detto "di rincorsa" che a suo piacimento determina l'inizio della gara entrando nei canapi . Tre giri di piazza in cui tutto può succedere : cadute , cavalli scossi e fantini che se le danno di santa ragione , adrelina pura e tensione alle stelle che culmina nel tripudio della contrada vincitrice e delle sue alleate e di contro nella disperazione delle sue rivali .
Stemma della Nobil Contrada del Bruco
In famiglia ci siamo scelti le nostre contrade : io simpatizzo per il Bruco e mio marito , da buon romanista , si è scelto la Lupa . Sono riuscita a contagiare anche i miei nipoti a cui ho fatto guardare una piastrella comprata a Siena , raffigurante gli stemmi di tutte le contrade e loro hanno fatto la loro scelta : Giovanni tifa per l'Onda , Martina e Letizia per il Nicchio , probabilmente attratte dall'effige della conchiglia .
Comunque se ti avessi contagiato e anche tu volessi sceglierti una contrada ti lascio l'elenco qui . Ad ogni Palio corrono comunque solo in dieci e oggi in ordine di entrata in piazza ci sono : Torre , Nicchio , Civetta , Valdimontone , Leocorno , Oca , Pantera , Selva , Onda , Tartuca .
Se poi tu avessi piacere anche ad una rievocazione di sapori senesi , ti lascio questa ricetta semplice e veloce che io ho fatto con gli spaghetti , anche se viene proposta con i pici (che è una tipica pasta senese e della Val d'orcia) .

Spaghetti alle briciole

Ingredienti
per 2 persone

150 gr di spaghetti o pici
60 gr di pane raffermo (anche la focaccia secca di cui non sai più che farne va bene)
2 spicchi d'aglio
2 rametti di rosmarino
7 cucchiai di olio extravergine di oliva (possibilmente toscano)
sale q.b
4 macinate di peperoncino secco oppure 1/2 di quello fresco
2 cucchiaio di pecorino grattugiato (possibilmente toscano)

  • Metti una pentola d'acqua sul fuoco portala a bollore e salala.
  • Riduci il pane in briciole con un mixer o con la grattugia , se la crosta fosse troppo spessa toglila.
  • Scalda due cucchiaio di olio evo in un pentolino con i due rametti di rosmarino e quando sentirai sfrigolare aggiungi le briciole di pane e falle tostare . Spegni , sala leggermente e tieni da parte.
  • Butta la pasta e intanto fai scaldare i restanti cinque cucchiai d'olio in una larga padella insieme agli spicchi d'aglio pelati e schiacciati e al peperoncino . Quando l'aglio sarà dorato aggiungi due cucchiai di acqua di cottura della pasta per non farlo bruciare . Regola di sale.
  • Scola la pasta , tenendo da parte una tazza di acqua di cottura , fai saltare gli spaghetti o i pici nella pentola con l'olio , l'aglio e il peperoncino . Spegni , togli l'aglio e aggiungi le briciole di pane . Se dovesse risultare troppo asciutto puoi regolare con l'acqua di cottura.
  • Impiatta e rifinisci con il pecorino grattugiato e se vuoi un filo d'olio evo .