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lunedì 31 agosto 2015

Saluto (goloso) ad agosto

Anche agosto se ne sta andando ed è come se si chiudesse un anno, anche se non siamo certo a dicembre, è propio questo il momento del vero passaggio, c'è una fine legata ad nuovo inizio che con settembre si ripresenta puntuale ogni anno. Domani sarà il giorno dei nuovi programmi da affrontare con le energie ritrovate, ritemprati nel fisico e nella mente; ma oggi è ancora agosto, quel mese che più di tutti fa rima con estate, vacanze e libertà, che aspetti tutto l'anno e che pensi non potrà mai finire. Allora è il caso di fermarsi e ripensare a tutto quello che agosto mi ha regalato, anche se, ad essere onesta, non è fra i miei preferiti e alla fine sento quasi la necessità di arrivare al primo settembre, stanca di quel sole così forte e desiderosa di colori più morbidi. Grazie agosto per avermi regalato tanti momenti felici e spensierati all'aria aperta, grazie per i sapori pieni e i colori intensi dei frutti della terra, grazie per le piogge rinfrescanti e profumate e arrivederci all'anno prossimo, quando la fine di luglio mi troverà ancora una volta desiderosa di gettarmi fra le tue calde braccia! Ti saluto riempiendo la mia cucina dell'aroma caldo e sensuale del cocco: due differenti tipi di biscotti, facili da preparare e super veloci, da gustare con il caffè a colazione o dopo cena, propio per chi da te, caro agosto, non si vorrebbe mai separare..

Frollini burrosi al cocco

2015-08-28 08.18.38
Ingredienti per circa 45 biscotti
75 gr farina 00
65 gr di cocco rapé o farina di cocco
60 gr di burro freddo tagliato a dadini
50 gr di zucchero semolato
1 cucchiaio di latte
1 pizzico di sale
3 cucchiai circa di zucchero di canna
  • Metti tutti gli ingredienti, tranne lo zucchero di canna, in un mixer per ottenere un composto compatto. Prelevalo con le mani infarinate, forma una palla e avvolgilo nella pellicola. Fai riposare in freezer per 10 min.
  • Accendi il forno a 180° modalità statica. Riprendi l'impasto dal freezer, dividilo in quattro pezzi e forma altrettanti filoncini, tagliali a tocchetti di un cm di larghezza.
  • Metti lo zucchero di canna in una ciotola e passaci i biscotti prima di adagiarli su una teglia rivestita di cartaforno.
  • Cuoci per 10/12 min circa, sforna e fai raffreddare.

Biscotti al cocco

2015-08-31 18.23.06
Ingredienti per circa 30 pezzi
2 albumi
100 gr di cocco rapé o farina di cocco
100 gr di zucchero semolato
1 cucchiaio di farine 00
  • Accendi il forno a 180° modalità ventilata.
  • Monta gli albumi a neve con metà dello zucchero, unisci con una spatola il cocco, la farina e l'altra metà dello zucchero.
  • Bagna le mani e forma con il composto delle palline*, adagiale su una teglia rivestita di cartaforno e cuoci per circa 10/12 min.
  • Fai raffreddare e conservali in barattoli a chiusura ermetica.
*Puoi anche usare una sac à poche con la bocchetta dentellata per un effetto più chic.

domenica 30 agosto 2015

La crisi del rientro

Ebbene sì, il momento che un mese fa sembrava non potesse mai arrivare è alle porte e per molti si materializza con il passaggio al casello autostradale, riportando inesorabilmente il pensiero a due parole: fine e inizio. Ancora una volta gli opposti si toccano: la fine delle vacanze combacia con l'inizio del lavoro e della routine quotidiana, insomma fine della libertà e inizio della galera!coda autostrada Ognuno propone un personale metodo per affrontare il delicato momento chiamato "crisi del rientro" e l'obiettivo è uno solo: prolungare il relax delle vacanze. A quanto pare è tutta una questione di testa: il cervello è il solo che può darci le chiavi per trasformare quella che ci sembra una prigione in una lunga e duratura situazione di benessere. E allora, dico io, perchè non provarci?! Utilizziamo il nostro cervello e proiettiamoci in un'altra dimensione, parola magica: VISUALIZZARE! Io è da un po' che mi sto allenando, anche se non ho fatto vacanza e non ho nemmeno un lavoro a cui tornare, ho comunque un ormai imminente parto, con annesso travaglio da affrontare e quindi qualche situazione di relax ce l'ho già nella testa da utilizzare come asso nella manica per affrontare i momenti di massimo dolore e far sì che il mio fisico produca naturalmente morfina e mi dia un gran senso di assuefazione. Quindi metto la mia esperienza a tua disposizione e ti passo qualche dritta per superare questo delicato momento del rientro al lavoro:
  • Alzati al mattino e mettiti in testa che non vai a lavorare , ma stai per scendere al mare: visualizzati davanti allo specchio in tenuta da spiaggia, anche se sei costretto/a al tailleur o alla tuta da lavoro.
  • Visualizza il tuo datore di lavoro o il tuo superiore con le sembianze del bagnino o dell'animatore del villaggio: il sorriso e il buonumore saranno inevitabili.
  • Un'orda di gente in coda che ti aspetta? Allegria: è iniziata l'ora dell'acquagym, meglio prepararsi!
  • Se lavori ad una scrivania in solitudine, non disperare :pensa di essere in una caletta isolata, sono le migliori in circolazione.
  • Se senti strillare intorno a te, no problem, sfodera tutta la tua eleganza e buona educazione: è solo uno dei tanti vucumprà che sicuramente non scalfirà il tuo relax.
  • Pausa pranzo veloce in mezzo a mille altre persone? Meglio stare leggeri per il prossimo bagno.
  • Lunga coda in tangenziale per il rientro a casa? Eh già, questo lungomare è sempre più affollato durante l'happy hour!
Continua così a traslare nella vacanza tutte le situazioni che possono farti ripiombare nel grigiore della routine e VISUALIZZA fin che puoi: allenare il cervello è economico e rilassante. Forse però qualche maligno potrebbe subdolamente insinuare che ti stai avvicinando alla pazzia.. Allora significa che sei propio sulla strada giusta, perchè, come diceva quell'irriverente genio di Oscar Wilde :" la pazzia è l'orgasmo cerebrale più bello che ci sia"!

Sfogliatine di frutta caramellata2015-08-30 14.09.30

Ingredienti per 4 persone
1 rotolo di pasta sfogli già pronto o un panetto da 170 gr
2 cucchiai di zucchero semolato
1 pesca
60 gr di mirtilli
  • Accendi il forno a 200° modalità statica.
  • Sbuccia la pesca, tagliala a fettine, lava i mirtilli e cuoci a fiamma dolce per circa 5 min, fino a che la frutta si caramellerà, ma senza sfaldarsi. Spegni e tieni da parte.
  • Dal rotolo di pasta sfoglia ricava quattro quadrati di 10 cm per lato, bucherella con una forchetta e ricoprili con un cucchiaio di zucchero. Versaci sopra la frutta caramellata, l'altro cucchiaio di zucchero e inforna per circa 12 min.
  • Togli dal forno e fai raffreddare.
Queste sfogliatine sono ottime a colazione o come dessert, accompagnate da un cucchiaio di crema pasticcera.


mercoledì 26 agosto 2015

La terapia del gusto

Ho sentito dire che il cervello è come un grande schedario dove sono racchiusi tutti i nostri ricordi, anche quelli più lontani, che crediamo persi. La nostra mente inizia a registrare e a catalogare a partire da quando si annida in noi la consapevolezza di esistere, quindi fin dall'utero materno, situazione che cerchiamo di ricreare durante tutta la nostra vita, anche se non disponiamo di un ricordo visivo a riguardo: non a caso infatti io dormo rannicchiata, nel buio più totale e sempre avvolta anche solo in un lenzuolo, a dispetto delle temperature più cocenti e la cosa mi crea sempre una sensazione di benessere.
Penso che la stessa cosa valga per il gusto: ne abbiamo in memoria un campionario che nemmeno immaginiamo, ma basta riassaporare un ingrediente anche a distanza di decenni per riportare la mente ad altri tempi e ad altre emozioni, un po' come Anton Ego, l'algido e spietato critico gastronomico del film di animazione "Ratatouille", che dopo aver gustato un solo boccone di quelle semplici verdure, preparate dalle abili zampette del topino Remì, si commuove, pensando alla sua infanzia. Quindi mangiare, gustare e sperimentare nuovi accostamenti possono effettivamente avere un effetto terapeutico su di noi, specialmente quando il ricordo in questione è legato ad una situazione in cui eravamo felici. E allora perchè non utilizzare il patrimonio mnemonico (e gratuito) che abbiamo a disposizione come risorsa per cercare di far stare meglio noi e chi ci sta intorno? No, non mi riferisco a situazioni limite tipo Bridget Jones che "ripulisce" un barattolo di gelato dopo l'altro; parlo invece di una situazione sana sotto tutti gli aspetti, che può, non solo consolarci, ma soprattutto darci nuovi slanci e nuovi stimoli per raggiungere i tantissimi traguardi che ognuno ha ancora davanti sè! Mi ci sono voluti anni per ricreare il gusto di una ricetta, la Sardenara, che mangiavo da piccola con mia sorella e mio fratello, durante le nostre vacanze estive a Ospedaletti, sulla riviera dei fiori, vicino a Sanremo. Ora che sono padrona di quel gusto, il mio ricordo non sa più di cose perdute, non è più malinconico, bensì vivo e carico di emozioni: quella piccola panetteria sulla salita, sempre piena di gente, il profumo dei filoni di pane, le teglie nere che venivano portate vuote nel retrobottega, per poi tornare indietro cariche di focacce con le loro fossette oleose e di Sardenara rossa come il fuoco, costellata da piccole e profumate olive taggiasche, che la impreziosivano come gemme preziose. Ogni volta che la cucino è un gesto di gratitudine verso mia mamma e mio papà che mi hanno regalato tanti bei ricordi ed è anche un modo per far conoscere alle nuove generazioni, a cui presto si aggiugerà anche mio figlio, chi eravamo noi, alla loro età. Sono fiera di me stessa nel lasciarti questa ricetta della mia infanzia: provala, dimmi cosa ne pensi, poi ne aspetto una tua, legata ad un tuo ricordo, anche se ci vorrà del tempo per metterla a punto, insisti, io aspetto..

La mia Sardenara

Ingredienti per una teglia da 35 x 30

400 gr di farina forte (io uso la w 350 di Garofalo)
100 gr di patata lessata e schiacciata senza grumi
5 gr di lievito di birra fresco
350 gr di acqua tiepida
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiaini di sale fino

Per la farcia

1 scalogno grosso oppure due piccoli
una lattina da 400 gr di pomodori pelati
12 acciughe sott'olio oppure 2 cucchiai di pasta d'acciughe
15/20 olive taggiasche denocciolate
5 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b
origano secco
  • In una ciotola mescola la farina con la patata lessata e schiacciata (non troppo calda), aggiungi il lievito sbriciolato e impasta con la metà dell'acqua, unisci l'olio e impasta ancora, finisci con l'acqua e unisci il sale. L'impasto sarà appiccicoso, lascialo così per 10 min. Riprendilo, voltalo su una spianatoia ben infarinata e impasta velocemente, stendendolo con la punta delle dita e ripiegandolo, unendo le estremità, per quattro o cinque volte. Fai riposare ancora 10 min e riprendi l'impasto come in precedenza, dopodichè mettilo in una ciotola pulita, coperto con pellicola e fai lievitare per 4 ore (in estate) oppure 6 ore (in inverno). Se lo prepari la sera prima, lascialo in frigo tutta notte.
  • Stendi la metà dell'impasto su una teglia con cartaforno e intanto preparara la salsa. Fai rosolare in una padella a fuoco basso l'olio con lo scalogno tritato, unisci le acciughe sott'olio o la pasta di acciughe e fai amalgamare, aggiungi quindi i pelati frullati e fai restringere la salsa, cuocendola a fuoco basso per 20 min. Assaggia e regola di sale e pepe. Unisci quattro cinque olive taggiasche, una manciata di origano secco e spegni la fiamma. Frulla la salsa e tienila da parte.
  • Accendi il forno a 220° modalità statica e portalo a temperatura. Nel frattempo ricopri l'impasto con i 3/4 della salsa e cuoci per 10 min circa. Togli dal forno, aggiungi la restante salsa, cospargi con le olive taggiasche rimaste e origano secco a piacere. Servi tiepida o fredda.
P.S Questa ricetta è ottima gustata il giorno dopo, quindi è anche molto pratica, perchè si può preparare in anticipo e servire come antipasto o merenda.2015-08-26 12.58.41



lunedì 24 agosto 2015

Soriano 2.0

Ieri si è svolto il nostro tradizionale buffet per la festa di san Bernardo, eravamo sette adulti più tre bambine a goderci cibo e compagnia; Leonardo di soli quattro mesi e Francesco, che si trova ancora nella mia pancia, hanno comunque partecipato alla festa e a modo loro si sono fatti sentire..
La protagonista dell'allestimento è stata la lavanda: tovaglie, piatti e vasetti decorativi, tutto è ruotato attorno a quel tema, con un tocco un po' country-provenzale. Sul tavolo al centro della sala sono stati messi i bicchieri in cristallo, sia calici che tumbler, con un cestino stile pic-nic in midollino, contenente stoviglie e tovaglioli (idea di Gabriele, che riesce sempre a stupirmi con la sua insospettabile raffinatezza!), vasetti, che in genere usiamo come portacandele, si sono rivelati i perfetti e discreti contenitori per timo e lavanda.

Il menù è stato basato su scelte semplici, sapori nostrani o che in qualche modo ricordassero la mia infanzia (come nel caso della Sardenara). Due "consolle" distinte, adibite alla zona dolce e a quella del salato, con un angolino dedicato all'assaggio del cacio. Le lasagne prima e il gelato poi hanno completato una festa bagnata, oltre che dalla pioggia, anche da un buon Prosecco "Dogarina" di Valdobbiadene, che con le sue bollicine ha solleticato per bene i palati. Ovviamente per i minorenni e la sottoscritta c'erano anche acqua e succo di frutta.
Menù salato:   salame nostrano, tartine al crudo di Parma, quadratini di sfoglia con  Pachino, olive e wurstel, Sardenara, involtini con speck e formaggio di capra, insalata di polipo, Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi, pecorino toscano stagionato, lasagne.
Menù dolce : gelato alla crema con frutti bosco, Brutti ma buoni, sfogliatine con zucchero e cocco, biscotti al cocco.
Alla fine della serata una gran soddisfazione per aver passato insieme alle persone che amiamo dei momenti felici che si faranno ricordare, una fatica ripagata da tanti sorrisi, pance piene e.. piatti e bicchieri decisamente vuoti!!

venerdì 21 agosto 2015

Organizzare un buffet

Un buffet è un buon modo per invitare tante persone, che un pranzo o una normale cena non ti permetterebbero di accontentare, almeno tutte insieme. Le pietanze vengono servite su un tavolo appositamente allestito, in modo tale che gli ospiti possano servirsi da soli nei tempi e nelle quantità che preferiscono, accomodandosi non necessariamente attorno ad un tavolo, ma usando lo spazio come vogliono: poltrone, divani oppure anche stando in piedi, l'importante è che riescano con facilità sia a mangiare che a conversare fra loro. Un buffet ti dà la comodità di poterlo pianificare e preparare in anticipo, permettendo anche a chi lo organizza di poter godere della compagnia dei propi ospiti, senza doversi relegare in cucina.
Il primo che abbiamo organizzato io e Gabriele è stato il 13 dicembre 2009 in occasione di santa Lucia e che abbiamo chiamato "La festa della luce", come da tradizione scandinava ed è diventato un appuntamento fisso per farci gli auguri in occasione delle festività natalizie. A questo buffet se ne è aggiunto un altro, solo da un anno, alla terza domenica di agosto, per la festa di san Bernardo, patrono del rione in cui abitiamo; quindi ci siamo, domenica avremo una decina di persone a casa ed è ora di prepararsi. Nel caso anche tu ti volessi cimentare, ti passo i miei consigli, spero ti saranno utili.
  • Decidi la data, quante persone inviterai e la fascia oraria in cui dare il buffet. Io in genere organizzo un apericena dalle 17.00 in poi, in modo tale che i miei ospiti sappiano che non avranno bisogno di cenare una volta rientrati a casa.
  • Stila un menù che ti permetta di preparare il maggior numero di piatti almeno con un giorno di anticipo, prediligi preparazioni semplici, ma variate per quanto riguarda gli ingredienti, in modo da accontentare più gusti possibili, pietanze che possano essere consumate senza l'aiuto di coltelli, quindi via libera a tutto ciò che è finger o può essere gustato con l'aiuto di una forchetta. Anche in estate mi piace proporre un piatto caldo, che, data la presenza di bambini, in genere tende a prediligere più i loro gusti, quindi ok per le lasagne.
  • Guarda l'ambiente in cui riceverai i tuoi ospiti: sedie, poltrone, divano e tutto ciò che può aiutarti a creare un'atmosfera che inviti al relax e alla convivialità e se necessario, cambia pure per l'occasione la disposizione dei mobili. Se hai la fortuna di avere un bel giardino o un terrazzo spazioso, in estate direi che il gioco è fatto: qualche candela ti basterà sicuramente per creare il giusto ambiente. Ma se, come me, disponi solo di un piccolo balcone, sfruttalo comunque, con un piccolo tavolo o magari solo con un paio di sedie, ti assicuro che verrà utlizzato e nel contempo ti aiuterà a dare più respiro allo spazio interno.
  • Mise en place: ti servirà un tavolo o un mobile da adibire a buffet, su cui allestire una zona self-sevice: piatti, tovaglioli, forchette e le pietanze che avrai preparato, il tutto deve essere agevolmente fruibile sia agli ospiti sia ai padroni di casa che lo dovranno gestire. Decidi e prepara in anticipo i piatti, i vassoi e le alzate da utilizzare e fai una prova per non avere sorprese all'ultimo momento. Mi raccomando, non cedere alla tentazione di usare piatti e bicchieri di carta o plastica, penso che tolgano importanza a tutto l'allestimento e potrebbero rendere difficile mangiare senza avere un appoggio.
  • La zona "bere": preferisco separarla dalla zona cibo e prevedere sia bevande alcoliche che analcoliche, di cui in genere lascio carta bianca a mio marito, che si rivela essere sempre un ottimo cantiniere.
  • Tabella di marcia: scrivi su un foglio quello che dovrai fare giorno per giorno, ad esempio fare la spesa, organizzare i piatti che puoi preparare prima e quelli invece da assemblare all'ultimo momento. Attacca il foglio in un luogo ben visibile (il mio è sul frigo) e segui la tua tabella, ti aiuterà ad arrivare più rilassato al traguardo.
  • Lista della spesa: per ogni piatto prepara la lista degli ingredienti, sottolineando quelli che non hai in dispensa, ricopiali su un altro foglio e avrai fatto anche la lista della spesa, senza dimenticare nulla.
  • Niente panico: so che non è facile, ma cerca di rilassarti e goderti la festa, facendo tesoro degli eventuali "errori" per migliorarti la volta successiva e vedrai che comunque la soddisfazione per quello che hai fatto alla fine sarà davvero gratificante e non vedrai l'ora di organizzare il prossimo buffet!

lunedì 17 agosto 2015

La ragazza del Drago

Scorcio di piazza del Campo
Si chiamava Virginia Tacci, nata a Siena nella seconda metà del XVI secolo nella contrada del Drago, una "giovane villanella di quattordici anni all'incirca": così la definiscono le cronache dell'epoca. Di lei non si sa granchè, in un periodo storico che, data l'assenza di media e social network, non fa molto caso allo scorrere della vita dei semplici, fagocitando nell'oblio della memoria tutto ciò che non è legato alla nobiltà, alla politica o alla santità conclamata. Virginia non vantava nobili origini, essendo una contadina, non è una santa come la sua più famosa concittadina Caterina, assunta alla gloria degli altari come dottore della chiesa, proclamata patrona d'Italia e d'Europa;
insomma una ragazza dalla vita semplice, quasi scontata e riassunta in data di nascita, data dei sacramenti e della morte: una bambina, ragazza e donna, come tante altre. Eppure a Siena c'è un pezzetto di gloria e di memoria solo per lei, datato 15 agosto 1581, cioè la data del Palio dell'Assunta, che a quell'epoca non si correva ancora in piazza del Campo, ma si snodava su un percorso prestabilito che da fuori le mura terminava in piazza del Duomo. Era l'epoca del Palio detto "alla lunga" che ha preceduto e poi affiancato quello "alla tonda", per poi scomparire definitivamente negli ultimi decenni del XIX secolo.Virginia è la prima donna a correre un Palio, corre per i colori della sua contrada, quella del Drago, che lungi dallo spauracchio delle quote rosa, la schiera e lei incanta tutti, soprattutto gli uomini, per la sua "destrezza e leggiadria". Purtroppo, nonostante la sua abilità non vince, arriva solo terza e si sa, nel Palio non esistono i piazzamenti, conta solo vincere. Questo però non le impedisce di ricevere un riconoscimento, un unicum nella storia paliesca: infatti le viene regalato un cavallo dal conte di Montauto, il governatore della sua contrada. Qui finisce la storia conosciuta di Virginia, ma lei rimane immortale nella sua Siena e ogni volta che risuonano le note dell' inno del Drago, lei rivive e pare di vederla, con la sua chioma svolazzante, in sella al suo destriero che calca i vicoli della sua bella Siena. Oggi si corre il Palio dell'Assunta (con un giorno di ritardo a causa del maltempo) e in mezzo a tutta quella folla di contradaioli e turisti curiosi, fra cavalli e fantini, ancora una volta si consumerà quel meraviglioso spettacolo che è il Palio, dove solo il vincitore vedrà il suo nome scritto nella storia e coperto di gloria. Gli altri  potranno forse riprovarci, ma per stavolta sono destinati ad essere dimenticati: è la legge paliesca che vale per tutti, da secoli.. tranne per una giovane contadina senese...
P.S Chiedo scusa, contradaioli, se io, che non sono senese, mi permetto di parlare della vostra carriera, ma vi assicuro che tutto è fatto col più grande rispetto e con l'ammirazione più sincera per tutto ciò che vi riguarda, perchè non mi è possibile non amare voi e la vostra Siena..

sabato 15 agosto 2015

Un rospo a Ferragosto

Giornata fresca e ventilata oggi, l'ideale per la tradizionale grigliata di Ferragosto. Noi l'abbiamo passata in famiglia, a casa dei miei genitori in compagnia di mia sorella, suo marito e i loro due piccoli monelli: Giovanni e Benedetta.
A tutto quello che si poteva umanamente grigliare ci ha pensato Anna (mia mamma) che ha portato in tavola carni e verdure cotti alla perfezione, oltre alle immancabili bruschette con aglio e senza, onde non scontentare nemmeno il palato più sofistico.
Dopo aver chiuso la parte del salato con un assaggio di pecorino di Norcia, si è aperto il buffet dei dolci, preparato da me e mia sorella. Buona la sua torta morbida alle pesche servita con una ganache di cioccolato fondente, io invece ho pensato al gelato (alla crema) e ai biscotti per il caffè, sfruttando così l'occasione per porre fine alla diatriba macarons/bacarons che continua fra me e Gabriele da qualche giorno.
Torta alle pesche di Clara
Quindi ho portato due ciotoline ben distinte con le due differenti preparazioni e alla fine, posso dire di avere vinto, anche se non in modo schiacciante, comunque una vittoria è sempre una vittoria, quindi punto e a capo, la questione è risolta! La giornata poi è proseguita in maniera molto tranquilla con i bambini che cercavano di stanare le lumache da ogni angolo del giardino, quando un grido ha tagliato l'aria, facendosi sentire forte e chiaro:"Un sciat! Un Sciat!". Era mia mamma che fra il serio e il divertito voleva avvisare tutti della sua scoperta: infatti vicino alla rete che divide il giardino di casa dall'orto c'era uno sciat  in carne ed ossa. Ma in quel momento carico di tensione una domanda si fa largo nella mia mente sconvolta: che cos'è uno sciat? La parola mi ricordava solo una specialità valtellinese, quindi c'era un piatto di sciatt in giardino? Certo chi ce lo aveva messo poteva avvisare prima che iniziassimo coi dolci! Curiosa all'ennesima potenza mi sono precipitata a vedere e.. sopresa.. Eccolo il piccolo e dolce sciat..
Ti avrei baciato volentieri, piccolino, ma  sei perfetto così.. ho sempre apprezzato  più i rospi veri dei finti principi azzurri!
Buona festa dell'Assunta a tutti!

Macarons After Eight

Ingredienti per circa 22 macarons
2 albumi (circa 65 gr)
3 rametti di menta fresca
65 gr di mandorle pelate
125 gr di zucchero a velo
30 gr di zucchero semolato
1 cucchiaino di colorante verde
Per il ripieno
100 gr di cioccolato fondente al 70% di cacao
7 cucchiai di latte
  • Lascia gli albumi a temperatura ambiente per circa un'ora.
  • Frulla le mandorle, le foglioline di menta e lo zucchero a velo in un mixer, fino ad ottenere una polvere molto fine.
  • Monta gli albumi a neve ferma con lo zucchero semolato. A questo punto incorpora con un setaccio la polvere di mandorle e zucchero a velo, dal basso  Opzioni verso l'alto per non smontare il composto.
  • Fodera una teglia con cartaforno e con una sac à poche forma dei mucchietti il più possibile uguali fra loro. Fai riposare per un'ora. Nel frattempo accendi il forno 150° in modalità statica.
  • Cuoci le calotte dei macarons per 13 min circa, togli dal forno e fai raffreddare.
  • Sciogli il cioccolato e il latte a bagnomaria , si formerà una crema: usala per accoppiare le due metà dei macarons.












venerdì 14 agosto 2015

Vigilia di Ferragosto con vista..

Le vigilie mi sono sempre piaciute, perchè cariche di attese per la festa che sta per venire e, un po' come "Il sabato del villaggio" di Leopardi, quasi le preferisco al vero e propio giorno di festa, che può in effetti tradire le aspettative. Quindi la vigilia me la godo propio e per me è l'occasione per preparare qualcosa di buono in cucina e iniziare già da subito a festeggiare.Quest'anno in particolare la cena si è aperta con un freschissimo aperitivo che insolitamente ha sorseggiato anche a Gabriele, che in genere non ama i cocktails; due belle porzioni di spaghetti alle vongole ci hanno saziato e deliziato assai. Tutto perfetto insomma, anche perchè non capita tutti i giorni di cenare con una vista così, oserei dire che è un privilegio che davvero in pochi possono vantare.. Ristorantino vista mare letteralmente pieds dans l'eau? No, troppo scontato. Baita ad alta quota con chef stellato incorporato? No, niente stanze per la notte e chi ha voglia di scendere a valle dopo cena? Città d'arte, allora? Ebbene sì, propio quella che tutto il mondo ci invidia: Roma caput mundi, meravigliosa e fiera nella sua decadenza, come non amarla? Sì, cena con vista su Roma, meglio di così ..ops, dimenticavo due piccole lettere..AS.. Va bene, scopro le carte: vigilia di Ferragosto a casa a guardare in tv la presentazione della Roma calcio e la successiva partita, che, a giudicare dalle urla di giubilo che provengono dal divano, si sta mettendo bene per i padroni di casa. Eh già, il regime democratico in questa casa è considerato obsoleto, siamo ritornati alla monarchia assoluta, decisamente più chic! E allora, da vera e incontrastata regina, mi ritiro nei miei appartamenti, dove mi dedicherò alla preparazione di un bel gelato alla crema e merighe ai lamponi da gustare l'indomani.. Sarà sicuramente un bellissimo Ferragosto da passare in compagnia delle persone che amiamo davanti ad una bella griglia di brace profumata, perchè di fronte agli affetti non c'è mare o montagna che tenga.. Quest'anno le attese della festa non verrano sicuramente disilluse, anche perchè, dopo una vigilia così, ce ne vuole davvero...

Spaghetti alle vongole

Ingredienti per due persone
130 gr di spaghetti
500 gr di vongole veraci con guscio*
1/2 bicchiere di prosecco o vino bianco
1 spicchio d'aglio
1 manciata di prezzemolo fresco
3 cucchiai di passata di pomodoro (facoltativo)
sale e pepe q.b
peperoncino a piacere
  • Spurga le vongole mettendole in una ciotola con abbondante acqua fredda per almeno due ore, cambiando spesso l'acqua.
  • Metti sul fuoco una pentola d'acqua e quando bolle sala e butta gli spaghetti.
  • Nel frattempo trita il prezzemolo con lo spicchio d'aglio.
  • Scola le vongole dall'acqua di spurgo e ponile in una larga padella coperta a fuoco alto. Quando si saranno aperte, bagna con del prosecco o con del vino bianco, fai evaporare, aggiungi il trito di aglio e prezzemolo e il peperoncino secondo il tuo gusto. Fai restrigere per un paio di minuti. Aggiungi i tre cucchiai di passata di pomodoro e regola di sale e pepe.
  • Scola gli spaghetti e fai saltare nella padella con le vongole. Se dovessero essere troppo asciutti, aggiungi un filo d'olio extravergine di oliva. Dividi nei piatti e servi subito.
*Con questa quantità di vongole si possono saziare anche quattro persone.




giovedì 13 agosto 2015

Macarons vs Bacarons

Ieri questa casa è stata teatro di una sfida all'ultimo sangue, dopo un'animata discussione su un tema molto scottante: il macaron al gusto After Eight! Faccio un breve riassunto di come si sono svolti i fatti: dopo aver fatto la crema catalana alle pesche, avevo ben quattro albumi bisognosi della mia creatività. Quindi dico a Gabriele che nel pomeriggio li avrei usati ed ero indecisa fra meringhe alla menta o macarons After Eight e siccome ho scoperto da poco che menta e cioccolato è una passione comune, si è optato per i macarons. Mi metto subito all'opera e prendo dal balcone dei bei rametti di menta fresca e incontro subito il primo ostacolo. Già, perchè in questa casa il fattore evoluzione sta prendendo una piega imprevista e cioè: estenuanti disquisizioni sulle scelte culinarie, anche quando e, oserei dire, soprattutto quando, sono una mia personale iniziativa. Il nocciolo della questione, nello specifico, verteva sulla menta: secondo me era preferibile una crosta aromatizzata con menta fresca e colorata con del colorante alimentare verde; secondo Gabriele non solo lo sciroppo alla menta poteve sostituire tranquillamente i miei ingredienti, ma ne era anche e di gran lunga migliore! All'inizio ho aggirato la questione con tono dolce e comprensivo, come la mamma con il suo ingenuo cucciolo, facendogli capire che la tecnica dello sciroppo, fra l'altro da me già testata nelle meringhe la settimana scorsa, avrebbe "annacquato" l'albume montato, senza nemmeno dargli un granchè di aroma. Per tutta risposta sono stata tacciata di ingenuità tecnica e questo non lo potevo assolutamente accettare, quindi l'ho sfidato all'ultimo macaron! Ok è vero, le meringhe e i macarons non sono propio la stessa cosa e su questi ultimi non ho una grande esperienza, ma ho voluto mettermi alla prova e migliorarmi tecnicamente e, nel frattempo, non vedevo l'ora di dare una sonora lezione a mio marito e ristabilire così i giusti equilibri in cucina. Siccome mancavano alcuni ingredienti e lo sciroppo alla menta comprato da me non era all'altezza dei suoi standard, Gabriele ha fatto un salto "veloce" all'Esselunga, ritornando con uno scatolone pieno di cose assolutamente inutili, ma appaganti per il suo ego (non scendo nei particolari per evitare inutili polemiche!). La sfida è partita e ho inziato per prima la mia preparazione, dandogli un sacco di vantaggi: ho risposto a tutte le sue perplessità, l'ho aiutato con la sac à poche e in ultimo gli ho anche ceduto il tappetino da macarons per realizzare delle calotte più precise. Ovviamente mi sono occupata anche della cottura e del ripieno, ma ogni volta che cercavo di dargli dei consigli era come distribuire perle ai porci. Insomma che ho fatto quasi tutto io, ma le differenze sono subito saltate all'occhio, prima che al palato e, premesso che entrambi siamo lontani anni luce dalla perfezione, le sue creazioni sono risultate un filino bruttarelle.
Bacarons di Gabriele
"Lo hai fatto apposta per danneggiarmi!" ha chiosato per giustificare la sua palese inferiorità. Comunque sia ho vinto su tutti i fronti, perchè anche all'assaggio ho trovato che i miei macarons presentassero un buon equilibrio: la delicatezza della menta con il suo fresco sentore spezzava piacevolmente l'amaro del cioccolato e posso dire che a distanza di un giorno il gusto è anche migliorato. Invece quelli di Gabriele erano molto più prepotenti come gusto con il rischio di diventare nauseanti alla fine, ma, per essere un primo tentativo, penso che se la sia cavata bene. Dal suo punto di vista, però, il vincitore è lui e sul problema estetica ha risolto cambiando semplicemente nome alla sua ricetta: non più macarons, benvenuti Bacarons! Che dire: provaci ancora amore!
Macarons di Maria

martedì 11 agosto 2015

Evoluzione

Gabriele è tornato ieri da quel di Bormio, dove ha avuto la fortuna di lavorare nella frescura e devo dire che ne ha portata un po' anche qua, dove finalmente si respira e cucinare non è più un supplizio. Sono talmente contenta che sia tornato, che sto lasciando correre qualsiasi motivo di attrito o di discussione e questo a partire da circa un quarto d'ora che era a casa. Infatti, aprendo il frigo, ha subito sentenziato che si doveva fare spesa, mentre io pensavo assolutamente l'opposto. Comunque ho lasciato perdere, per non rischiare un'estenuante, quanto improduttiva discussione, un po' come quando si guarda un'opera della transavanguardia italiana anni '80: se non la capisci, non la capisci.. Quindi nel pomeriggio, dopo quasi due ore di shopping sfrenato, e dopo aver rischiato la vita, dal momento che per strada un'allegra coppia di ottantenni ci ha tranquillamente superato sulla destra, siamo tornati carichi di borse e finalmente, per tutti gli abitanti della casa, il frigo è stato ok. La cena è filata liscia, ma stamattina, con mio grande stupore, lui si aggirava come un grillo per la cucina, ansioso di preparare il ragù e stasera, si è spinto anche nella creazione di una sua personale ricetta. Che qualcosa stia cambiando? Che il Palatoscettico stia subendo una sorta di metamorfosi definitiva verso l'evoluzione da me tanto auspicata? Pare di sì e mentre sto scrivendo questo post, mi godo, seduta sul divano, il dolce rumore dei piatti che scivolano nella lavastoviglie, facendo passare in secondo piano questo Barcellona - Siviglia su cui inevitabilmente ho dovuto cedere. Ah..benedetta evoluzione, non lo abbandonare!


Gnocchi alla Gabriele

Ingredienti per 4 persone
500 gr di gnocchi (noi abbiamo usato i tricolore già pronti)*
100 gr di patate
100 gr di zucchine
80 gr di pancetta affumicata
3 cucchiai di Parmigiano reggiano grattugiato
3 cucchiai di pecorino romano grattugiato
sale e pepe q.b
noce moscata q.b
  • Taglia la patata e la zucchina a dadini. Tuffa i dadini di patata in un pentolino di acqua bollente e fai lessare per 15 min. Dopo dieci min aggiungi i dadini di zucchina e prosegui per i restanti 5 min. Scola con una schiumarola, tieni da parte in una ciotolina. Non buttare l'acqua di cottura delle verdure, che servirà per allungare la salsa.
  • Scotenna la pancetta, tagliala a dadini e falla rosolare. Nel frattempo frulla le verdure con il formaggio, aggiungi un pizzico di noce moscata, regola di sale e pepe e allunga con l'acqua di cottura, per ottenere una salsa più liquida.
  • Cuoci gli gnocchi in abbondante acqua salata e quando vengono a galla, aggiungili alla pancetta e fai saltare a fuoco spento.
  • Assembla il piatto mettendo come base la salsa di verdure e poi gli gnocchi. Se vuoi puoi spolverare ancora con del Parmigiano.
*Ovviamente con gli gnocchi fatti in casa il risultato sarà migliore.


Dolce dilemma

Crème brûlée o crema catalana: questo è il dilemma, dolce dilemma direi, ma quale scegliere fra le due ? Si, perchè anche se si somigliano non sono propio la stessa cosa. Tanto per cominciare la prima fa la sua apparizione sulla scena in un libro di cucina francese alla fine del '600, ma gli Inglesi ne rivendicano la paternità, tanto che al Trinity college di Cambridge la preparano imprimendo sulla superficie lo stemma ufficiale della scuola con un ferro arroventato. La seconda invece è propio di origine spagnola e la leggenda vuole che il dolce sia nato da un errore di alcune monache, che si sono inventate una crema da un budino mal riuscito.
Diciamo che fra le due, gli spagnoli la fanno meno lunga dei francesi con una preparazione più semplice, più rapida e più in tono con l'estate, dal momento che la cottura esclude il forno. Insomma, se sai fare una buona crema pasticcera, allora hai praticamente già fatto anche la crema catalana, l'unico e irrinunciabile accorgimento è il cannello per bruciare la superficie cosparsa di zucchero affinchè si caramellizzi, perchè usare il grill del forno non è esattamente la stessa cosa, soprattutto a livello di divertimento e di effetto scenografico! Io l'ho preparata oggi la mia crema crema catalana, per un pranzo a casa dei miei, dove c'erano anche le mie tre nipotine al rientro dalla montagna insieme a mamma, papà e al fratellino di quasi quattro mesi. Ho aromatizzato la ricetta con delle pesche grigliate e dell'estratto di vaniglia ed è stata apprezzata  almeno da chi, per ovvi motivi anagrafici, non subisce più il fascino dei Puffi da diverso tempo..

Crema catalana alle pesche

Ingredienti per 6 cocottine
4 pesche gialle
450 ml di latte
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
130 gr di zucchero semolato +quello per la rifinitura
4 tuorli
40 gr di farina di riso
  • Sbuccia le pesche e ricavane otto fettine da ciascuna. Cuocile su una griglia calda 1 minuto per lato e tienile da parte in una ciotola.
  • Mescola con una frusta i tuorli, i 130 gr di zucchero e la farina riso, fino ad ottenere un composto omogeneo e senza grumi.
  • Scalda il latte con l'estratto di vaniglia (puoi usare anche una bacca di vaniglia, ma ricordati di toglierla prima di unire il latte al composto di uova) e prima che bolla, togli dal fuoco e uniscilo ai tuorli sbattuti, rimetti sul fuoco e fai addensare, senza mai smettere di mescolare. Una volta pronta, allontana dal fuoco e tieni da parte.
  • Metti tre fettine di pesca sul fondo di ogni ciotolina, copri con la crema e fai intiepidire*. Al momento di servire, cospargi ogni coccottina con uno o due cucchiaini di zucchero semolato e fiammeggia con il cannello, finchè lo zucchero non si brucerà. Guarnisci con le fettine di pesca rimaste, tagliate a dadini. Ti consiglio di effettuare questa operazione direttamente in tavola: il successo è assicurato!
* Se le prepari la sera prima, conservale in frigo coperte dalla pellicola.

venerdì 7 agosto 2015

Ossimoro vivente

L'estate mi piace , nel senso che, anche con i 40° percepiti di oggi, la preferisco al grigio e triste inverno e mi rincuora il non dover partorire con freddo e ghiaccio e potermi invece abbandonare al caldo soffio sensuale dello scirocco. Lo riconosco, ho davvero un talento naturale nel sopportare il caldo e me ne vanto : dormo con le finestre chiuse, coperta da un lenzuolino e non ho problemi a usare forno e gas , anche se poi mi vedo costretta a refrigerare la mia pancia, che ormai, ogni giorno di più e malgrado le mie attenzioni, vedo avvicinarsi pericolosamente ai fornelli. Quindi motivo in più per cedere alla frescura delle ricette estive . E invece no..è questo il nocciolo della questione: estate tutto l'anno , ma con cucina d'inverno! Non è possibile , lo so, ma pur rispettando la stagionalità dei prodotti ed apprezzando lo straordinario caleidoscopio di frutta e ortaggi che l'estate ci offre, mi stanco presto dei noiosi piatti freddi, delle solite summer edition, che io gusterei volentieri calde. E allora che fare? Da ossimoro vivente quale sono , ho ribaltato il concetto : invece di aggrapparmi ad una ricetta invernale che mi soddisfa appieno e trasformarla in una fredda (tipo da risotto o pasta a insalata di riso o di pasta), ne ho individuata una che calda non mi piace e l'ho trasformata in una versione fredda.. E il bello è che ha funzionato! Mi spiego meglio, perchè l'ossimoro nella sua sostanza è un po' complicato e serve una mente poco razionale come la mia per dargli un senso : il pollo con la peperonata è un classico e a me propio non piace , soprattutto servito caldo, quindi gli ho dato una veste assolutamente estiva e l'ho rivalutato. Ti sottopongo quindi la mia ricetta, molto semplice da realizzare e che ho reso un po' street food, grazie all' involucro, un po' più grezzo della piadina, che contiene pollo marinato e peperoni il tutto cotto alla griglia, da potersi preparare in anticipo e assemblare all'ultimo momento, perfetto per un pranzo veloce o magari un pic nic sulla spiaggia. Carboidrati, proteine, flavonoidi e vitamina PP per non farci mancare propio niente in questa lunga estate calda!

Pollo e peperoni summer edition

Ingredienti per 4 persone
250 gr di petto di pollo
1 peperone giallo o rosso
100 gr di crescenza
2 cucchiaini di senape di Digione forte
Per la marinata
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
4 fettine di limone
4 rametti di rosmarino
1/2 cucchiaino di paprika
sale e pepe q.b
peperoncino secco q.b
Per l'involucro
230 gr di farina 00
3 cucchiaini di semi di lino (facoltativi)
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale q.b
una punta di cucchiaino di bicarbonato
2 pizzichi di sale
100 gr di acqua
  • Taglia il pollo a fette spesse circa 1/2 cm e poi ogni fetta a listarelle sempre di 1/2 cm di spessore. Metti in una ciotola con tutti gli ingredienti per la marinata, mescola con le mani, copri con della pellicola e metti in frigo a riposare per un paio d'ore.
  • Impasta gli ingredienti per formare l'involuro fino a che otterrai un composto omogeneo (a mano circa 10 min) e fai riposare coperto da una ciotola per 30 min. Altrimenti conserva l'impasto tutta la notte in frigo, avvolto nella pellicola.
  • Taglia il peperone a striscioline*, togli il pollo dal frigo e griglialo su una piastra calda, prosegui poi grigliando le listarelle di peperone. Tieni da parte.
  • In una ciotola mescola la crescenza con la senape.
  • Riprendi l'impasto e dividilo in 4 palline, stendi ad un diametro di circa 20 cm e cuoci ad una ad una in una larga padella antiaderente già calda per circa 2 min per lato.
  • Se vuoi dare la forma a cestino, metti la "piadina" appena cotta su una ciotola e sciaccia con un'altra ciotola. Lascia così per due minuti e poi rigira. Guarnisci con il formaggio e la senape e concludi con peperoni e pollo.
  • Se vuoi dare la forma a pacchetto, spalma gli ingredienti solo su una metà e poi richiudi con l'altra. Chiudi il tutto con uno spago e un rametto di rosmarino. Questa soluzione è da preferire se devi trasportare le tue piadine, ricorda però di avvolgerle con della carta alluminio.
*Se non digerisci la pelle, cuocilo in forno a 180° per 30 min, togli la pelle e procedi come da ricetta.

martedì 4 agosto 2015

Un cestino per tutte le stagioni

Un jolly , un deus ex machina che ti risolva una situazione in qualsiasi momento , chi non lo vorrebbe ? Mi riferisco a quei momenti in cui hai ospiti per pranzo o per cena all'ultimo momento oppure quando ricevi un invito e non vuoi presentarti a mani vuote nè portare qualcosa di troppo scontato o al contrario di troppo impegnativo . Io quel jolly ce l'ho : sono i miei appetizer con pasta sfoglia fatta in casa (di cui ho sempre qualche panetto in freezer) , semplici e veloci  da realizzare , praticamente irresistibili , una droga anche per il palato più blasé .Gli ingredienti in genere si trovano anche nelle dispense meno fornite e possono comunque essere cambiati a seconda dei propi gusti e degli imprevisti che a volte l'apertura del frigo ci riserva.. L'unico accorgimento non negoziabile è la presenza di un rotolo o panetto di pasta sfoglia in frigo o in freezer , che sia già pronta o fatta in casa non importa : la soddisfazione nel prepararli e poi nel gustarli non manca mai .
Se hai dei bambini o un marito (che a volte è la stessa cosa) , faranno a gara ad aiutarti , perchè all'appetizer non si dice mai di no e una volta imparato a realizzarli , ti dimenticherai di quelli già pronti e che in genere costano un occhio della testa . Io ti lascio quelli più apprezzati in casa mia , ma le variabili sono davvero infinite , a te la scoperta..

Un cestino di appetizer

Ingredienti per 25 pezzi circa
1 rotolo di pasta sfoglia da 230 gr
2 wurstel grandi
2 cucchiani di senape (facoltativo)
passata di pomodoro q.b
origano , erba cipollina e basilico freschi o secchi q.b
sale q.b
  • Accendi il forno a 220°e rivesti una teglia con della cartaforno.
  • Se la pasta sfoglia è rotonda, rifila i bordi e otterrai un quadrato, taglialo a metà e utilizzane una per i wurstel : spalma se vuoi la pasta con la senape e rivesti i wurstel , tagliali a pezzi e disponili sulla teglia.
  • Con l'altra metà del quadrato ritaglia le tue pizzette, usando un tagliabiscotti , adagiali sulla placca da forno e rifinisci con la salsa di pomodoro, un pizzico di sale e origano per ogni pizzetta.
  • Prepara un trito con le erbe aromatiche e con i bordi di pasta ricavati all'inizio, tagliateli a striscioline di circa 1/2 cm di larghezza, ruotali sotto i palmi delle mani e forma un grissino che passerai nelle erbe aromatiche . Poggia sulla teglia.
  • Riponi in frigo per 10 min*  e poi cuoci in forno per  10/12 min , fai attenzione che non scuriscano troppo . Sono ottimi sia caldi che freddi.
*questo passaggio serve a far si che la pasta sfoglia non si deformi in cottura.

domenica 2 agosto 2015

Una serata di inizio d'agosto

Finalmente agosto ! Tempo di ferie tanto agognate per i più , tempo di code sulle autostrade e tempo di meritato riposo anche per chi resta a casa . Per me invece questo agosto segna il mio nono mese di gravidanza , l'ultimo prima di poter finalmente guardare il mio bambino negli occhi e sentire il profumo della sua pelle . Si apre bene questo mese : ho ricevuto un invito per un happy hour direttamente da mia sorella chez elle e poi è arrivata leggera e profumata la pioggia a dare un po' di sollievo dopo sudate notti insonni e mi sono chiesta se forse i due avvenimenti fossero legati da un rapporto di causa/effetto ..Comunque mi sono liberata alla svelta da queste elucubrazioni mentali e ho sfruttato la situazione a mio vantaggio come un inaspettato regalo :  due albumi nel frigo e due panetti di pasta sfoglia fatta in casa nel freezer hanno dato il la alla fine della mia astinenza da forno . Siccome , a quanto dicono i meteorologi, che in questo periodo ci azzeccano, trattasi di una parentesi fresca fra due blocchi di caldo africano, non ho perso tempo e già l'altro ieri ho goduto del fascino del forno nella preparazione di piccole meringhe da gustare come fine pasto o per una pausa pomeridiana . In pieno contagio da After Eight ho voluto mescolare gli albumi con dello sciroppo di menta , convinta che servisse anche da colorante , ma così non è stato . Comunque l'aroma della menta non si percepisce granchè , ma rimane sul palato come leggero retrogusto fresco e un po' pungente . Ieri invece ho composto il mio cestino di appetizer misti et voilà ,
pronta per la serata in cui tutto si è svolto in un'atmosfera naturale e per questo molto gradevole ; otto adulti e due bambini a gustarsi una cena a buffet senza fretta e senza ansie , chiaccherando di quello che mi piace di più attorno ad una tavola apparecchiata : il cibo. Infatti ho trovato in Marco ed Andrea due estimatori ed intenditori di cucina , diversi fra loro nelle idee e nei gusti, pur essendo padre e figlio, che ho ascoltato con interesse e da cui ho appreso due modi di approccio alla cucina che differiscono dal mio e per questo ancora più interessanti. Insomma che fra una parmigiana di melanzane e una bruschetta scaccia vampiri siamo arrivati ai dolci : tiramisù , mini crostatine e le mie meringhe sono stati la giusta chiusura per una serata fresca e leggera . Tornata a casa mi sentivo bene , ho dormito come un sasso e mi sono svegliata molto riposata e chiedo ufficialmente a mia sorella di invitarmi ancora , perchè qua e là ad agosto un po' di pioggia ci starebbe anche bene..